Io sto con Moby. Apprezzo i suoi modi pacati e genuini e il suo amore per gli animali. Lo stimo per la sua sensibilità e sobrietà, e anche per la sua dedizione assoluta alla musica che lo spinge ogni giorno a svegliarsi, farsi un caffè e fiondarsi in studio senza passare dal via. In questi tempi dove qualsiasi comportamento leggermente deviato fa notizia, lui ostenta pulizia e trasparenza, arrivando perfino ad auto-infliggersi epiteti come “piccolo idiota”. Richard M. Hall non è perfetto. Gli è capitato di scrivere pezzi trascurabili o sottotono, e ha attraversato un momento pop fine a sé stesso che si dimentica volentieri. Quando però è in forma diventa maestro nell’arte di comporre melodie a un primo impatto innocue, ma che dopo qualche ascolto ti toccano nel profondo. Il suo undicesimo disco è un concentrato di tutto quello che ti aspetti dal Moby di "Play", "18" e dei più recenti "Wait for me" e "Destroyed": ritmi lenti e garbati, pad sinuosi, appoggi di piano elementari (ma efficaci) e voci languide. Già, le voci; vale la pena soffermarsi sull’argomento, perché in Innocents gli ospiti sono di livello e azzeccati.Cold Specks è impeccabile quando canta "A case for shame" e "Tell me". Il falsetto di Damien Jurado in "Almost home" e i sussurri di Skylar Grey in "The last day" cullano e incantano. Il timbro di Inyang Bassey si rivela perfetto per i propositi soul di "Don’t love me". Il cameo del sommo Mark Lanegan in "The lonely night" è da applausi. Infine, quella sagoma di Wayne Coyne ci mette del sano mestiere nel singolo "The perfect life". Esattamente come i titoli che dà alle sue composizioni la musica di Moby non vuole cambiare le regole, ma si accontenta di fare il proprio dovere con semplicità; e riproporre formule vincenti non è peccato, a condizione che non venga mai meno l’ingrediente fondamentale della passione – che qui non manca di certo.
7.5/10
Highlights: A case for shame, Almost home, The perfect life, The last day, Tell me, The lonely night.
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