5.20.2013

Daft Punk - Random access memories (2013, Columbia)


Che nonostante le loro inseparabili maschere robotiche fossero umani (dopotutto) l’avevano già confessato con il terzo album del 2005; la conferma definitiva arriva oggi attraverso "Random access memories", che a giudicare dalla polvere sollevata più che un disco si può definire un vero e proprio evento. Non c’è tempo per esitazioni: il titolo del pezzo che apre l’album è "Give life back to music", e si tratta di disco-funk allo stato puro. Se non bastasse, le intenzioni serie di Thomas Bangalter e Guy de Homem-Christo si palesano in maniera ancora più evidente in "The game of love" (una ballad a tutti gli effetti, che si contrappone drasticamente al "Digital love" di "Discovery") e in "Within" (che inizia con un pianoforte, strumento a dir poco fuori dalla logica daftpunkiana). Del "Robot rock" alla "Human after all" rimane solo qualche detrito: nell’assolo del probabile secondo singolo "Instant crush" (con Julian Casablancas degli Strokes al microfono), nelle evoluzioni dell’ispirata "Giorgio by Moroder" e nei riff cosmici della conclusiva (ottima) "Contact". Ma è inutile girarci intorno: qui il ruolo primario spetta al funk, e con musicisti del calibro di Nile Rodgers, Nathan East e Omar Hakim sarebbe stato francamente difficile pensare a un risultato diverso. Pharrell Williams canta (bene) sul tormentone "Get lucky" e sull’affine "Lose yourself to dance", mentre Todd Edwars collabora in "Fragments of time", il brano che meglio sintetizza l’ambizione dell’album: ripescare le radici 70/80 filtrandole in chiave post-moderna, alla ricerca di un equilibrio perfetto tra passato, presente e futuro. In quest’ottica lascia senza parole l’interpretazione di una leggenda come Paul Williams in "Touch", pezzo dall’architettura sregolata che si snoda tra fiabeschi paesaggi ambient e momenti disco in una struggente altalena di emozioni. E il nostro Moroder? Non smanetta sui synth, ma racconta in prima persona la sua vita in musica nella già citata "Giorgio by Moroder". E nel climax recita una frase che fa più o meno così: “Nessuno mi insegnò le regole. Non c’erano preconcetti.” Che poi non è nient’altro che il segreto che si cela dietro alle maschere dei due robot più acclamati del music business.

7/10

Highlights: Give life back to music, Giorgio by Moroder, Within, Instant crush, Touch, Get lucky, Contact.

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