Giocherelloni e geniali come sempre, rappresentano la quintessenza del pop moderno e intelligente.
8/10
Highlights: Desert island, Contact high, W.o.w., Yr go to, I know deep down, B4 3D.
Chissà cosa significa il titolo del nuovo disco della signora Ciccone. Forse è puro slang americano, che porta a pronunciare il suo nome d’arte in quel modo; si vocifera che gliel’abbia suggerito M.I.A., una che di abbreviazioni se ne intende. Martin Solveig, dj francese coinvolto nella produzione dell’album, ha puntualizzato un ulteriore significato: "Mdna" starebbe per “il Dna di Madonna”. Aggiungiamo anche che questo è il primo lavoro che spezza lo storico legame con la Warner, l’etichetta che l’ha accompagnata in 30 anni di gloriosa carriera: giustificabile quindi l’intenzione di ripresentarsi da zero, mettendo il proprio nome dritto in copertina. Non che ci sia bisogno di ricordare al mondo chi è Madonna: “Esiste solo una regina, stronzette”, sottolinea la nuova leva del pop Nicki Minaj al termine dell’esplicita "I don’t give a". Sulla bontà delle parole di Nicki non c’è dubbio: artista poliedrica e multiforme, capace di sopravvivere ai cambi generazionali con determinazione e mestiere e unica rappresentante vivente a non avere mai abbandonato le chart da quando fa musica, Madonna non si discute. E questo suo dodicesimo album non fa che sancire la sua supremazia, anche nel contesto iper-competitivo che caratterizza l’era attuale del sistema musica, dove i monopoli sono molto più difficili da instaurare rispetto al passato.