3.27.2012

Madonna - Mdna (2012, Interscope)

Chissà cosa significa il titolo del nuovo disco della signora Ciccone. Forse è puro slang americano, che porta a pronunciare il suo nome d’arte in quel modo; si vocifera che gliel’abbia suggerito M.I.A., una che di abbreviazioni se ne intende. Martin Solveig, dj francese coinvolto nella produzione dell’album, ha puntualizzato un ulteriore significato: "Mdna" starebbe per “il Dna di Madonna”. Aggiungiamo anche che questo è il primo lavoro che spezza lo storico legame con la Warner, l’etichetta che l’ha accompagnata in 30 anni di gloriosa carriera: giustificabile quindi l’intenzione di ripresentarsi da zero, mettendo il proprio nome dritto in copertina. Non che ci sia bisogno di ricordare al mondo chi è Madonna: “Esiste solo una regina, stronzette”, sottolinea la nuova leva del pop Nicki Minaj al termine dell’esplicita "I don’t give a". Sulla bontà delle parole di Nicki non c’è dubbio: artista poliedrica e multiforme, capace di sopravvivere ai cambi generazionali con determinazione e mestiere e unica rappresentante vivente a non avere mai abbandonato le chart da quando fa musica, Madonna non si discute. E questo suo dodicesimo album non fa che sancire la sua supremazia, anche nel contesto iper-competitivo che caratterizza l’era attuale del sistema musica, dove i monopoli sono molto più difficili da instaurare rispetto al passato.
Va subito detto che volenti o nolenti "Mdna" è un disco che ci tocca in maniera particolare – e con il “ci” mi riferisco a “noi italiani”: i brani "I’m addicted" e "Girls gone wild" (che apre le danze e sarà il prossimo singolo) sono stati prodotti dai nostrani cugini Benassi - e via con un po’ di orgoglio nazionale. E il bello è che Benny e Alle non scendono a compromessi, proponendo il loro sound come lo conosciamo: elettronica dura con spunti trance e ritornelli talmente pieni da mandare in botta il frequenzimetro. Il già citato Solveig si occupa di tre pezzi, che a conti fatti risultano i più fruibili del mazzo: oltre a "Give me all your luvin’" (successo annunciato), mette le mani sulla solare "Turn up the radio" e su "I don’t give a". A confezionare tutte le altre tracce ci pensa il fido William Orbit, regalando momenti di trasgressione (l’ottima "Gang bang"), resuscitando l’anima anni 80 di Madonna in un’ottica moderna ("Some girls") e facendo respirare sul finale un album pesantemente focalizzato su ritmiche da club attraverso due confetti pop come "Masterpiece" e "Falling free".
La messa è finita, andate in pace; eppure ad andare in pace proprio non ci riesco. E’ vero che qui suona tutto pulito e perfetto, che tutto sommato ci sono sia pezzi forti per le radio che brani un poco più azzardati per chi ama la Madonna che non trascura il presente e di conseguenza cerca di “sperimentare”. Ma c’è un retrogusto amaro alla fine dell’ascolto di un lavoro tecnicamente inappuntabile: la sensazione che il lato più programmatico e pragmatico di Lady Ciccone abbia preso totalmente il sopravvento sull’emozione. Datemi la profondità di "Like a prayer", o di "Live to tell". Datemi la dolcezza di "Cherish", o la spensieratezza di "La isla bonita". E se non ci fossero sono disposto ad accontentarmi di una "Frozen". In tutti i casi, se fosse possibile, vorrei provare qualche brivido. Madonna – Mdna = Aon. L’Activity On Nodes (la cui sigla è AON) è un metodo economico per diagrammare la pianificazione dello svolgimento delle attività di un progetto. Coincidenze?


6/10

Highlights: Gang bang, I'm addicted, Some girls, Masterpiece, Falling free.

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