9.19.2010

Linkin' Park - A thousand suns (2010, Warner Bros)

Quando Mike Shinoda annunciò che il quarto disco dei Linkin Park sarebbe stato un concept molti diedero poco peso alla notizia. Per tutta risposta "A thousand suns" inizia non con una intro, ma con due. E l’aria che tira non è affatto leggera: l’apertura ("The requiem") gira attorno ad una voce lontana che recita un mea culpa apocalittico, decretando la nostra fine nel fuoco di mille soli a causa dei peccati commessi da noi, dai nostri antenati e dalla nostra prole. La tensione sale ancora di più quando "The radiance" cita Robert Oppenheimer, il fisico statunitense ricordato per avere contribuito alla creazione della prima bomba atomica (fatto che lo indusse a rifiutare di collaborare alla creazione della bomba ad idrogeno). Il tema del fuoco ritorna subito nel primo vero pezzo dell’album ("Burning in the skies"), dove Chester Bennington canta di innocenza bruciata nei cieli. Si respira inquietudine anche nella percussiva "When they come for me", che fa leva su un rap arrabbiato alla Public Enemy (anche se una citazione molto più lampante arriverà più avanti con "Wreteches and kings"). Il barlume di speranza che affiora con "Robot boy" (“Il peso del mondo ti darà la forza per continuare”) è effimero, dato che il brano è seguito dai pensieri cupi di "Jornada del muerto", "Waiting for the end" e "Blackout". Da brividi il discorso di Martin Luther King su Wisdom Justice And Love che conduce all’emozionante "Iridescent": ecco un altro tentennio verso la speranza subito troncato (da "Fallout", una sorta di reprise del requiem in apertura). Arriva il momento del singolo "The catalyst", che però non c’entra nulla con le hit spaccachart dei Linkin Park che siamo abituati a sentire in radio. La conclusiva e sanguinante "The messenger" provoca un ultimo sussulto e ti lascia lì a meditare ancora un po’, come se ce ne fosse bisogno. E’ scritto anche nelle note di copertina: non volevamo scrivere un disco prevedibile, volevamo osare, a costo di perdere la coscienza “commerciale”. Magari in futuro faranno un passo indietro, ma intanto godiamoci lo splendido presente.

8/10

Highlights: Burning in the skies, Robot boy, Waiting for the end, Iridescent, The catalyst, The messenger.

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