Una Rihanna così non te l’aspetti. L’hai scoperta con un pezzo solare come "Pon de replay", poi ha cantato cose tipo "Umbrella" e "Don’t stop the music" e adesso la ritrovi dura e violenta con un album che consiglia l’ascolto ad un pubblico adulto e un singolo ("Russian roulette") che finisce con un inequivocabile bang. Facile ripiegare su quanto accaduto con il suo ex-boyfriend Chris Brown (che ha combinato gli stessi casini del suo omonimo Bobby con Whitney); anzi, è naturale che un episodio simile abbia condizionato il suo spirito e i suoi testi. Al di là di questo, la verità è che la ragazza sta crescendo. La scelta di non ripercorrere per filo e per segno una strada già battuta è da lodare, perché lei può permetterselo: lei verrà comunque ascoltata. Viene difficile pronunciare la parola pop quando c’è un pezzo (prodotto da un ispirato Justin) che dura oltre 6 minuti. O quando spuntano delle chitarre distorte qua e la (in "Rockstar 101" le suona Slash) a sporcare e contaminare. Questa volta balleremo solo "Rude boy". Ma da oggi non sarà più automatico sghignazzare quando la definiranno artista.
7.5/10
Highlights: Wait your turn, Stupid in love, Fire bomb, Rude boy, Cold case love, The last song.
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