6.23.2009

Moby - Wait for me (2009, Mute)

La prima solare certezza che emerge dall’ascolto del nuovo disco di Moby è che le compagnie telefoniche non faranno a pugni per aggiudicarsi un suo singolo da accostare a qualche spot televisivo (c'è chi odia ancora "Lift me up" a causa di un numero sproporzionato di passaggi pubblicitari nel 2005). La seconda è che se lo scopo del “piccolo idiota” era quello di scrivere della musica bella senza curarsi delle leggi del mercato e affrontando la faccenda in maniera “casalinga” e naturale l’obiettivo è raggiunto con una certa classe. "Study war" e "Pale horses" confermano la sua splendida e ormai celebre semplicità di scrittura, un misto di spontaneità e anni di esperienza in studio di registrazione. C’è anche il gusto di andare a cercare ispirazione nel passato (“perché i dischi moderni sono a volte talmente brillanti e tirati a lucido che rischiano di perdere qualsiasi tipo di umanità”); e così la voce della 26enne di Los Angeles che canta "Walk with me" viene processata e a lavoro ultimato suona come un campionamento di un pezzo folk anni 50. Ci sono dei frammenti magici e ariosi come la strumentale "Scream pilots" e la corale "A seated night" e momenti più oscuri come il supposto singolo "Shot in the back of the head" e l’inquietante "Ghost return" (entrambe estremamente Lynch-iane). C’è la dolce malinconia di brani come "Hope is gone" e "Jltf", che sono si i tipici pezzi che ti aspetti da Moby, ma sono anche davvero toccanti e di una bellezza rara. Le compagnie telefoniche cercheranno sicuramente altrove, ed è una gioia potere affermare che questo album brillerà di una luce tutta sua.

8/10

Highlights:
Pale horses, Shot in the back of the head, Study war, Walk with me, Jltf, Wait for me, Hope is gone, Isolate.

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