Non lasciatevi ingannare da brani come "Code 1026" e "Europa"; sono degli esempi di come Devaud riesca a scuotere il dancefloor (sempre che tale dancefloor sia di palato fine, attento conoscitore della techno e soprattutto non così underground da denigrare qualsiasi tipo di melodia). Quindi gustateli, ballateli, ma non fate l'errore di pensare che Agoria nasca e muoia in quei beat frenetici e ossessivi; vi perdereste cose tipo "Million miles" (una perla da salotto composta e cantata da Neneh Cherry), "Baboul hair cuttin" (una sorta di hip-hop futuristico e drogato),"Edenbridge" (con il featuring da applausi di un Peter Murphy che fa il verso a David Bowie e ci riesce bene) e "Les violons ivres" (il capolavoro dell'album, un'epica composizione classica per archi ad opera di Francesco Tristano Schlimè che si sposa con una base ipnotica e sognante).
8/10
Highlights: Baboul hair cuttin, Code 1026, Million miles, Europa, Edenbridge, Les violons ivres.
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