9.22.2019

Viva gli artisti che fanno come gli pare: Trent Reznor


In un episodio della quinta stagione di Black Mirror, Miley Cyrus aizza le ragazzine cantando un singolo del 1990 dei Nine Inch Nails rivisitato nell'arrangiamento e nel testo. Un mese fa, lo stesso singolo è stato scelto dalla Microsoft per il trailer del nuovo capitolo della saga di videogiochi Gears Of War. A quasi trent'anni dalla pubblicazione, Head Like A Hole è più attuale che mai. Un pezzo rabbioso, che mette in chiaro il carattere di un uomo poco incline a piegarsi alle regole. “Preferirei morire piuttosto che darti il controllo”, urla Trent Reznor in faccia al Dio Denaro nel ritornello. Parole che tornano utili quando la TVT, etichetta che ha pubblicato Pretty Hate Machine, gli chiede di sbrigarsi a confezionare un nuovo album, possibilmente “meno duro, più commerciale e adatto alle radio”.


“Che si fottano”, pensa Reznor. Lo pensa, ma deve mordersi la lingua: il contratto in essere, che aveva firmato con entusiasmo qualche tempo prima, prevede delle clausole di esclusività che gli impediscono di pubblicare nuova musica senza l'avallo della TVT. Tutto ciò che può fare è registrare in segreto i nuovi pezzi, nella speranza che i presenti qualcuno in grado di sbloccare la situazione di stallo e salvare i NIN da un epilogo prematuro. L'interessamento della Interscope è provvidenziale, ma anche se non esistono alternative la fiducia di Trent è ai minimi storici: oltre a non sopportare che la sua creatura venga trattata come merce di scambio, vuole essere sicuro di avere piena libertà artistica. L'accordo viene siglato solo quando la label di Jimmy Iovine e Ted Fields gli assicura totale autonomia affidandogli la conduzione di un'etichetta indipendente, gestita insieme all'allora fido manager John Malm Jr.. La Nothing Records debutta nel 1992 con l'e.p. Broken, e nel video di Gave Up svetta una scritta su un monitor che recita “Fuck you Steve”. Incidentalmente, il proprietario della TVT si chiama Steve Gottlieb.


(Il frame in questione è al minuto 0:35. Si, quello che fa finta di suonare la chitarra è un giovane e struccato Marilyn Manson. Si, quello che suona davvero l'altra chitarra è Richard Patrick dei Filter).

Il bisogno di indipendenza è una costante nella vita di Reznor, che all'età di 5 anni comincia a prendere lezioni di piano mostrando un certo talento e una spiccata propensione alla creatività. Non può fare a meno di interpretare a modo suo i rigorosi spartiti di musica classica, provocando i continui richiami dei suoi insegnanti. Si fottano pure loro: anche perché quando Trent scopre i sintetizzatori, si dimentica completamente del pianoforte. Dopo il diploma, il ragazzo affascinato da numeri e calcoli decide di specializzarsi in informatica, ma un anno di college è più che sufficiente per fargli capire che quella strada non fa per lui. Ha un carattere introverso e solitario, ma non è il tipico nerd. Fin dai tempi in cui suonava nella banda liceale, aveva trovato nelle note un antidoto alla sua timidezza; passare il resto dei suoi giorni a smanettare sui computer senza avere almeno provato ad inseguire il sogno di una carriera musicale è fuori discussione.


Per fare sul serio decide di lasciare Mercer, la cittadina rurale dove ha trascorso l'adolescenza, alla scoperta di un mondo che fino ad allora aveva solo intravisto in televisione. Si trasferisce a Cleveland, dove trova lavoro in uno studio di registrazione. “Raschiavo i peli pubici dei musicisti dal sedile del water, ma in cambio potevo entrare di notte e usare lo studio». Nonostante abbia militato in diverse band, Trent fa fatica a condividere con qualcuno il suo modo di pensare la musica. Per questo motivo, i Nine Inch Nails vengono concepiti come una one-man band. Reznor suona tutti gli strumenti (esclusa la batteria), e incide il suo primo disco nello studio dove è assunto come inserviente. Consapevole del potenziale pop della sua scrittura, ma allo stesso tempo allergico all'indottrinamento, Trent ripudia il consiglio dell'odiata ex-etichetta sfornando un lavoro meno accessibile di Pretty Hate Machine. Lo annuncia così: “Broken è un album brutto, realizzato durante un pessimo momento della mia vita. Sto iniziando a capire come funziona tutto questo, e non mi piace”. In quel momento sta anche ponendo le basi per il suo capolavoro.


The Downward Spiral è un'opera concettuale e grave, incentrata sull'autodistruzione. “Quando l'ho scritto, parlavo di un personaggio che fa a pezzi la sua vita alla ricerca di qualche risposta. Speravo fosse una sorta di caricatura, invece ho finito per descrivere la mia realtà». L'immagine di Mr. Self Destruct che urla “I wanna fuck you like an animal” tra sudore e fango a Woodstock '94 è ingannevole: dietro a quella sfacciata irruenza si nasconde un'anima tremendamente insicura, che non può certo beneficiare del successo di un disco per guarire. Bisogna attendere cinque anni per ascoltare il seguito di The Downward Spiral: The Fragile, pubblicato nel settembre del 1999, è un tentativo (fallito) di fare ordine nel caos. Qualche mese dopo, annebbiato da fiumi di alcol, Trent va in overdose da quella che pensava fosse cocaina, ma che in realtà era eroina. Il Fragility Tour, nomen omen, si rivela il punto più basso della sua esistenza. ”Ero dipendente, ma non lo riconoscevo. Credevo di avere il controllo della situazione».


Riecco il tema del controllo. Quello che Trent non era disposto a concedere a nessuno, a costo di morire. Lo stesso controllo che ora, a mente lucida dopo un periodo di riabilitazione, lo costringe ad affrontare la paura di fallire senza potere fare affidamento su sostanze obnubilanti. Un ostacolo che, con pazienza e abnegazione, Reznor supera brillantemente. La rinascita è scandita da colonne sonore di spessore (composte insieme ad Atticus Ross, che nel 2016 diventa un membro ufficiale dei NIN), collaborazioni autorevoli (come quella di Dave Grohl in With Teeth), progetti ispirati (gli How To Destroy Angels, insieme alla moglie Mariqueen) e invenzioni di sistemi di promozione e distribuzione della musica all'avanguardia (Year Zero e The Slip). Una serie di vivide testimonianze della mente di un artista visionario, capace di guadagnarsi la stima di gente come David Bowie e David Lynch partendo dai bagni di uno studio di registrazione di Cleveland. E di diventare un punto di riferimento senza mai scendere a compromessi.