La volontà di evitare eccessive sperimentazioni a livello di strumentazione si riflette in un disco vario ma dal suono compatto. Il lavoro di Robert Lange in fase di produzione è perfetto: il risultato è un album che passa dall'incedere funky di Dead Inside alle terzine distorte di Psycho, dal riff di piano di Mercy al sublime hard-rock della mutevole Reapers, e dal tapping di The Handler alla trilogia cinematica finale senza perdere la coesione sonora. Se le canzoni prese singolarmente valgono la metà è anche merito suo: per goderne appieno, Drones va ascoltato dall'inizio alla fine - non esistono grandi compromessi. Nonostante la presenza di un brano del calibro di The Globalist (che a quanto pare è lo strombazzato seguito di Citizen Erased) e il prevedibile valore della maggioranza dei pezzi che compongono la scaletta di Drones, bisogna però essere onesti: questo non è il lavoro migliore del trio britannico, soprattutto tenendo in considerazione alcuni momenti della loro carriera. D'altra parte se bissare certi dischi diventa un'impresa il merito va a chi quei dischi è stato capace di scriverli. Accontentiamoci, ricordandoci che di band così non ce ne sono poi tante.
7/10
Highlights: Dead inside, Psycho, Reapers, Defector, Revolt, Aftermath, The globalist.