Ben Drew fino a poco tempo fa doveva la sua notorietà ad un disco hip-hop del 2006, intitolato "Who needs actions when you got words". Intorno alla fine del 2009 annunciò che il suo prossimo album sarebbe stato un concept soul, e giusto per confondere ulteriormente le idee lanciò un primo singolo ("Stay too long") pop-rock condito da cori, parti cantate in falsetto e una linea rap molto inglese. Ebbene, la spina dorsale di "The defamation of strickland banks" è decisamente soul, e di una qualità sorprendentemente elevata; il successo è stato tale che alla 679 Recordings non importa più niente delle doti di rapper di Ben. Ma lui se ne frega, constata candidamente che voleva fare un album soul e l'ha fatto, che lui l'hip-hop non lo molla (è pronto a promuovere da solo il suo nuovo "The ballad of Belmarsh") e che il prossimo disco che farà sarà reggae, o forse dubstep. Lasciamogli fare tutto quello che vuole.
8.5/10
Highlights: Love goes down, Writings on the wall, She said, Hard times, Prayin', Darkest place, Free, I know a song.